Token Economy. Cos’è e a cosa serve?

Negli ultimi anni si è sentito sempre più spesso parlare di Token Economy, soprattutto all’interno delle scuole. Ma cos’è la Token Economy?

Amata da alcuni, criticata da altri, la Token Economy è uno strumento di intervento basato sull’approccio comportamentale, che può rivelarsi davvero efficace, soprattutto con bambini che presentano problematiche comportamentaliADHDDisturbo dello Spettro Autistico.

Questi sono infatti i bambini che possono incontrare maggiori difficoltà nella regolazione dei propri comportamenti, del carico emotivo, che possono fare difficoltà a sopportare regoledivieti e gratificazioni posticipate.

Ma vediamo insieme nello specifico in cosa consiste.

Cos’è la Token Economy?

La Token Economy è un programma comportamentale che ha come obiettivo quello di incrementare la frequenza di comportamenti desiderabili da parte del bambino e diminuire così la frequenza dei comportamenti problema.

Si basa sull’uso di gettoni (tokens) che vengono consegnati al bambino ogni qualvolta egli emette il comportamento target desiderato e che, alla fine, potranno essere scambiati con altri rinforzatori (premi).

Quindi, per esempio, se il bambino emette il comportamento desiderato A per tre volte nell’arco della giornata, riceverà in totale tre gettoni che potrà scambiare con un rinforzatore concordato in precedenza (una caramella, un gioco sul tablet, ecc.).

È importante che la consegna dei gettoni sia contingente (cioè che avvenga subito dopo) alla messa in atto dei comportamenti target desiderabili; non deve perciò avvenire 10 minuti, mezz’ora o ore dopo.

Questo permette di rinforzare e gratificare immediatamente il bambino per il suo comportamento positivo, anche se la consegna del rinforzatore finale avverrà successivamente.

Da dove partire?

– Definizione dei comportamenti target desiderabili

L’impostazione di un programma di Token Economy parte dall’individuazione di alcuni specifici comportamenti bersaglio, dei quali si vuole aumentare la frequenza.

Tali comportamenti devono essere elencati in ordine di priorità e inseriti all’interno del programma poco per volta; è bene partire da pochi comportamenti, che siano facilmente realizzabili in tempi brevi.

Molto importante è effettuare la scelta dei comportamenti in termini operazionali, ovvero definendoli in modo che siano chiaramente osservabili e quantificabili, ad esempio: lavarsi i denti da solo, rimanere vicino alla mamma mentre si è al supermercato, restare seduto a tavola fino alle fine del pasto, iniziare i compiti sempre alla stessa ora, e così via.

Comportamenti come “Fai il bravo”, “Non agitarti” possono essere soggetti a molteplici interpretazioni personali e quindi non osservabili e quantificabili.

– Definizione dei tokens

I “gettoni” o tokens possono essere di diversa forma, colore e tipologia; l’importante è che questi simboli siano graditi al bambino e, soprattutto, che siano conteggiabili. Andranno benissimo quindi piccole faccine sorridenti, adesivi, timbri, bottoni colorati, stelline di cartoncino o stoffa, ecc.

tokens andranno distribuiti al bambino subito dopo l’emissione del comportamento target e accompagnati da importanti rinforzi sociali, come un bel sorriso, una piccola pacca sulla spalla, un abbraccio, un “molto bene!”

– Definizione dei rinforzatori

L’elenco dei premi (rinforzatori) che il bambino potrà scambiare con i gettoni ottenuti, va creato insieme a lui e dovrà seguire un ordine specifico, a partire dal premio che richiede pochi gettoni a quello che ne richiede un numero maggiore.

È importante scrivere con chiarezza l’elenco, supportandolo con immagini, e variare spesso i premi, in modo da mantenere sempre alta la motivazione e l’interesse del bambino.

– Definizione del rapporto gettoni/comportamenti

Una volta stabiliti i comportamenti bersaglio, i tokens e i rinforzatori è poi necessario decidere quanti gettoni può ottenere il bambino per ogni comportamento target desiderabile.

Per alcuni comportamenti basteranno pochi gettoni, per altri sarà necessario più impegno da parte del bambino; per tale motivo è importante partire da comportamenti target facilmente raggiungibili per poi man mano lavorare su comportamenti più complessi.

– Definire i tempi di scambio

In ultimo vanno definiti i momenti in cui i tokens verranno scambiati con i rinforzatoriinizialmente è bene effettuare lo scambio frequentemente (metà giornata, fine giornata), per poi dilatare sempre di più i tempi (tre giorni, una settimana, un mese).

Il programma di Token Economy termina nel momento in cui i comportamenti target sono stati acquisiti e sono diventati autorinforzanti per il bambino.

Mi collego a quest’ultimo concetto per concludere questo approfondimento sottolineando un aspetto a mio parere fondamentale.

Capita di frequente che lo strumento della Token Economy venga criticato fortemente e giudicato poco “etico” perché il bambino metterebbe in atto dei comportamenti positivi solo per ottenerne un beneficio e non per una spinta motivazionale interna: questo accade però perché forse non si ha ben chiaro quale obiettivo si pone un BUON programma di Token Economy.

Una Token Economy degna di questo nome deve essere progettata fin dal principio da persone competenti e in modo tale che il rinforzo sociale prenda il posto di quello a gettoni: questo vuol dire che il bambino, a programma concluso, saprà generalizzare in maniera efficace l’apprendimento dei comportamenti desiderabili nell’ambiente naturale, senza necessitare più di un rinforzo tangibile.

Per raggiungere questo risultato è quindi importantissimo che la consegna dei gettoni diventi, gradualmente, sempre più intermittente, diminuendo il numero di comportamenti che fanno ottenere gettoni o aumentando l’intervallo tra il comportamento target e la consegna dei tokens.

Oppure è anche utile ridurre in maniera progressiva il numero di rinforzatori che si possono ottenere con un certo numero di gettoni o aumentando l’intervallo tra l’acquisizione dei gettoni e lo scambio con i premi.

Mi preme inoltre far presente che la Token Economy ha solide basi scientifiche, poiché nasce da decenni di studi e ricerche psicologiche nel campo dell’Analisi Comportamentale.

Detto questo, vi lascio con una riflessione: vi alzereste tutte le mattine per andare a lavoro senza il vostro rinforzatore (lo stipendio)? 😉

Benvenuto sul mio blog!

Ciao, sono Laura e di professione faccio la psicologa.
Mi occupo di età evolutiva e, in particolare, di Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Qui sul blog troverai la psicologia spiegata con parole semplici: ti fornirò indicazioni utili sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini, i disturbi evolutivi, la scuola, gli stili educativi e genitoriali, le strategie di apprendimento e tanto altro ancora!

3 Commenti

  1. Anna Rosa Di Loreto

    Cara sono disperata ho un bimbo di 9 anni 4 elementare è dislessico e disortrografico disturbo di attenzione ha cambiato 2 scuole non è stato mai compreso è diventato aggressivo e opposizione mi può aiutare per favore io sono Psicologa e aiuto molti ragazzi ma con mio figlio non posso lavorare

    Rispondi
  2. Cova

    Ciao, ho un bambino di 8 anni che ha fatto la seconda elementare. Ad aprile è stato classificato como BES, il prossimo anno le daranno un PDP, ci hanno anche detto che ha ansia di separazione di fatto quasi tutto il mese di gennaio non è andato a scuola e a abbiamo cominciato ha fare un un\’inserimento, questo anno ha cambiato scuola di una spagnola a una italiana, e anche aumentato l\’orario di un ridotto a un pieno. Da gennaio frequenta una psicologa ma non riesce a entrare a scuola se non è con me e dopo che cerco di convincerlo insieme alle maestre per almeno 20 minuti. Io non so che devo fare anche perché m\’immagino che ha settembre saremmo nella stessa situazione. Cerco disperatamente un consiglio. Non so se in realtà lui dovrebbe fare una terapia cognitivo comportamentale

    Rispondi
  3. Viviana

    Buonasera, ho fatto il corso di Tecnico del Comportamento ABA. Ho una forte perplessità rispetto alla Token Economy che non riguarda nello specifico la sua attendibilità, ma riguarda più che altro il fattore punizione e “costo della risposta”. All’interno della Token il costo della risposta avviene quando l’utente perde i gettoni guadagnati (ovvero gli vengono sottratti). Cosa succede allora se a seguito di un comportamento indesiderato (es. continuare ad alzarsi frequentemente per evitare il compito) i gettoni non venissero direttamente consegnati? (es. “Ti sei alzato continuamente e perciò non hai vinto il gettone”). Questo tipo di procedura può rientrare comunque nella punizione e nel costo della risposta? Può essere considerata in ogni caso (in particolare nello Spettro Autistico) la rimozione di un rinforzo che l’utente riceve quotidianamente? L’utente comunque perde i gettoni perché semplicemente “non li vince” e riceve ad ogni modo una frustrazione, su questo punto ho parecchi dubbi. La ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti.

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivimi

Privacy Policy

psicologia.dsatorino@gmail.com

Avvia la chat
Per info o prenotazioni, scrivimi!
Come posso aiutarti?