Bene. Hai in mano la diagnosi di DSA. E adesso?
Nel precedente articolo abbiamo visto insieme quali sono i passaggi necessari per ottenere una certificazione di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
In questa sede, ti esporrò ciò che è importante fare una volta che la diagnosi ti è stata consegnata.
Controllare la diagnosi
Questo è sicuramente il primo passo da seguire dopo aver ottenuto la certificazione diagnostica di DSA o la diagnosi redatta da professionisti privati (la differenza la spiego qui).
È importante, infatti, verificare sempre che nella certificazione siano riportati i Codici ICD-10 relativi al DSA diagnosticato e le indicazioni per la stesura del PDP (misure dispensative e strumenti compensativi).
Consegnare la diagnosi alla segreteria scolastica
Ciò è fondamentale per far protocollare la diagnosi, così che venga elaborato quanto prima il Piano Didattico Personalizzato (PDP), come previsto dalla legge 170/2010.
Questo dovrà contenere le misure dispensative e gli strumenti compensativi riportati nella certificazione diagnostica.
Aggiornare il profilo diagnostico
È poi consigliabile, ma non obbligatorio, aggiornare il profilo di funzionamento di uno studente con DSA nelle seguenti situazioni (Conferenza Stato-Regioni DSA):
– al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente;
– ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia
Questo vuol dire che il profilo andrebbe aggiornato al passaggio tra la scuola primaria e quella secondaria di I grado oppure tra quest’ultima e la secondaria di II grado.
In ogni caso, non serve aggiornare la diagnosi con un intervallo di tempo inferiore ai 3 anni, a meno che non si presenti la necessità di modificare radicalmente gli strumenti compensativi e dispensativi indicati nel PDP.
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